Portofranco editore

Descrizione

L'avventuroso barone di Munchausen, grazie al suo spirito di iniziativa e alla sua fantasia, riusciva a rivoltare le belve feroci come guanti e a uscire da buche profonde quindici metri dopo essere andato a casa a procurarsi gli strumenti per scavarsi una scala: imprese che letteralmente capovolgevano, insieme al buon senso dei lettori, la logica e l'ordine costituito del mondo.

Nell'Officina illuminata di Oddone Camerana, un anonimo eroe, il signor Stanislao, intraprende un'impresa apparentemente meno clamorosa di quelle del fervido viaggiatore settecentesco di ­Raspe, ma in realtà non meno ardita e pericolosa: rimasto a piedi, si ribella al ricatto dell'elettronica e decide di riparare la sua auto da solo, anche se l'improvvisata operazione comporterà la disattivazione dell'airbag. Suo complice è Irene, un operaio precario che appare e scompare fra i meandri dell'officina con la leggerezza di un Puck contemporaneo.

Il gesto di Stanislao, che può apparire semplicemente ispirato a un sano pragmatismo, provoca conseguenze di portata imprevedibile: robottini, transistor, ricettori magnetici, tester elettronici, motorini d'avviamento, apparecchi per la centratura fari intuiscono la natura eversiva dell'evento e scendono in rivolta. Come troppo spesso accade, l'ordine torna a regnare nell'officina, come a riaffermare l'amaro destino di una “contemporaneità senza qualità”.